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La zucca: il sole estivo sulle nostre tavole d’inverno

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La zucca è un frutto che “condensa” il calore e la luce dell’estate: la sua polpa arancio è ricca di vitamine, sali minerali e di tantissime altre sostanze salutari. Dall’autunno alla fine dell’inverno può sostituire la sua “cugina” zucchina e, se ben conservata, mantiene i suoi aromi e i suoi profumi per molti mesi.

Habitat e scelta varietale

La zucca è una pianta esigente per quanto riguarda luce e calore. Pertanto, nella coltivazione deve essere esposta in pieno sole: le piante poste in zone ombreggiate non esitano a crescere ma non portano a completa maturazione i frutti. Predilige terreni di medio impasto tendenti all’argilloso, mentre su terreni sabbiosi e sassosi necessita di continue e abbondanti irrigazioni. Scegliamo quindi una zona soleggiata, un suolo ben lavorato senza ristagni idrici, ma soprattutto privo di erbe infestanti. Le varietà di zucca sono veramente tante; tuttavia, per orientarsi, è bene scegliere quelle tipiche della propria area geografica: ogni territorio, infatti, ha varietà caratteristiche e questo permette una maggiore capacità di crescita e buona riuscita della coltivazione, poiché la pianta si adatta alle condizioni microclimatiche. Ma vi sono varietà che nel tempo si sono adattate a gran parte del territorio italiano e che possiamo coltivare senza troppe difficoltà. Alcuni esempi? La Red Kuri, precoce, con buccia arancione, matura già a metà luglio; la Honeynut, piccola, con buccia beige e polpa arancione, che si conserva a lungo; la Violina, coltivata su tutto il territorio italiano, con polpa molto dolce, che matura a fine settembre e si conserva per tutto l’inverno.

Coltivazione e cura

La zucca è uno degli ortaggi con cui è più semplice partire dai semi, grandi, che germinano con facilità. Interriamo, in un vasetto 10x10 cm, un seme, a due centimetri di profondità, con 1/3 di torba, 1/3 di sabbia e 1/3 di humus di lombrico. Irrighiamo con acqua e preparato biodinamico 500k cornoletame, manteniamolo umido e posizioniamo il vasetto in un posto caldo e luminoso. Quando la piantina avrà sviluppato la prima vera foglia potremo già pensare al trapianto in una buca ben concimata con humus di lombrico oppure con stallatico pellettato biologico, assicurando che per i primi 20 giorni non manchi mai la giusta umidità per la crescita. Per aiutare la piantina a superare lo stress da trapianto è bene utilizzare il preparato biodinamico Fladen colloidale. Subito dopo il trapianto, oltre l’irrigazione, è buona cosa poter fare una pacciamatura con della paglia. La zucca occupa un grande spazio nell’orto e deve avere il giusto spazio di crescita: possiamo mettere una pianta ogni 80 cm sulla fila e 180/200 cm tra una fila e l’altra. Seguirà, durante tutto il ciclo, qualche zappatura per mantenere sempre pulita l’area di crescita dalle erbe infestanti: operazione indispensabile per avere una buona produzione e qualità. La zucca è una pianta forte, che non necessita di troppe cure. È però sensibile agli afidi, da controllare utilizzando l’olio di Neem per via radicale, una volta ogni 20 giorni. Per quanto riguarda invece le malattie fungine potremo mantenere sana la pianta preventivamente, irrorandola con yogurt biologico intero (200 ml in 10 l d’acqua non clorata) o con dei microrganismi probiotici naturali che andranno irrorati all’imbrunire, bagnando la foglia sopra e sotto. Queste irrorazioni andranno fatte mediamente ogni 15 giorni, ma in caso di forti temporali anche subito dopo la pioggia.

Raccolta e conservazione

Per favorire la maturazione della zucca è bene poter irrorare con il preparato biodinamico 501 cornosilice di mattina, seguendo le indicazioni del calendario biodinamico in giorni di frutti. La raccolta va fatta quando il picciolo è leggermente secco, con una forbice ben affilata per recidere il tralcio senza rompere il picciolo, favorendo così la lunga conservazione dei frutti, i quali non vanno conservati in frigorifero ma in una stanza con temperatura superiore ai 12 °C. Ci gusteremo così la zucca come espressione del sole estivo nel nostro piatto, per tutto l’inverno.