Frutta e verdura di stagione

Radicchio, il buono dell’inverno

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Tra gli ortaggi preferiti del periodo invernale c’è sicuramente il radicchio, spesso coltivato anche negli orti domestici. Ecco come coltivarlo per gustarlo al meglio.

Del genere Cichorium intybus, il radicchio appartiene alla famiglia delle composite, la stessa delle cicorie selvatiche con le quali ha molti tratti in comune. Ne esistono tante varietà – alcune già classificate fin dal Settecento – che si possono trovare in diversi periodi dell’anno, tuttavia il radicchio è maggiormente disponibile nel periodo invernale, quando è più facile coltivarlo. Tra le diverse varietà troviamo quelle precoci, le medio-precoci e le tardive, distinte in base al numero di giorni che intercorrono dalla semina alla raccolta. Le più comuni sono probabilmente il radicchio di Lusia, il variegato di Castelfranco, il variegato di Chioggia, il rosso di Treviso e quello di Verona.

Semina e trapianto

Il radicchio è una pianta che ama i terreni fertili, freschi, profondi, ben esposti alla luce e ricchi di sostanza organica e di humus. Necessita di irrigazioni costanti, pena la presenza di foglie coriacee e un po’ pelose e la possibilità di montare in semenza precocemente. Il suolo al momento della semina, o al momento del trapianto, deve essere completamente privo di erbe infestanti. Un tempo si era soliti seminare i radicchi nell’orto e aspettare che le piantine crescessero, per poi trapiantarle quando erano alte 8/10 cm. Chi vuole può ancora procedere in questo modo, anche se oggi si preferisce acquistare le piantine direttamente dal vivaio e passare subito al trapianto: quest’ultima modalità ci permette di avere piante più uniformi e di poter controllare meglio le erbe infestanti. Quando acquistiamo le piantine dal vivaio, infatti, oltre a scegliere la varietà desiderata possiamo chiedere anche quale sia la tempistica di produzione: questo ci permette poi di avere nell’orto una raccolta a scalare per diversi mesi. Nel caso più fortunato potremmo avere radicchi da raccogliere da settembre fino a febbraio, effettuando un unico trapianto tra fine luglio e i primi di agosto: chiedete sempre ai vostri fornitori il periodo di raccolta per non trovarvi con tanti radicchi pronti in un unico periodo.

Coltivazione e cura

Prima del trapianto è buona norma fare un “bagno radice biodinamico” con il preparato biodinamico Fladen colloidale che ne facilita l’attecchimento. Ne bastano 30 g disciolti in 10 litri di acqua tiepida non clorata e dinamizzata per 20 minuti, con la quale si irriga fino a inzuppare il panetto di terra. Poi si procede al normale trapianto, avendo cura di irrigare 2/3 volte al dì per circa 7 giorni, così da far radicare bene le piantine. Le concimazioni prima del trapianto dovranno essere effettuate con compost molto maturo, o meglio, con dell’humus di lombrico biodinamico. Circa 20 giorni prima del trapianto il suolo va caricato di forze vitali, spruzzando al suolo il preparato biodinamico cornoletame “500k”. Per prevenire il più possibile patologie fungine o batteriche possiamo spruzzare sulla foglia i microrganismi effettivi o se preferite qualche buon probiotico che potete trovare nei negozi di prodotti biologici, come il kefir d’acqua o di latte o semplicemente un buon yogurt biologico. Per esempio, possiamo usare 200/300 ml di yogurt bio in 10 litri di acqua non clorata da spruzzare sulle nostre piantine verso sera, una volta ogni 7/10 giorni circa. Se dovesse comparire qualche bruco, interveniamo subito con del Bacillus thuringensis ammesso in agricoltura biologica, reperibile nei garden specializzati e seguiamo le indicazioni riportate in etichetta. Dopo circa 20/30 giorni dal trapianto, una leggera sarchiatura o zappatura superficiale fatta in giorni di foglie/acqua, indicati nel calendario biodinamico, aiuterà le piante a crescere in modo armonico e salutare.

Raccolta e conservazione

Circa 15 giorni prima della raccolta, per aumentare il gusto e le forze vitali del radicchio, si consiglia di effettuare delle spruzzature del preparato biodinamico cornosilice “501” che consente di assorbire meglio la luce, fare una buona fotosintesi clorofilliana e avere così piante sane. È preferibile effettuare la raccolta di mattina, quando il sole è ascendente e le forze vitali sono nella foglia, possibilmente in giorni di foglia/acqua: il radicchio così raccolto si conserverà diverse settimane in frigorifero mantenendo il suo gusto. Il sapore del radicchio è molto variabile, non solo per le differenze varietali ma anche per il metodo di coltivazione. Un consiglio se vi sembra troppo amaro? Dopo aver lavato e tagliato le foglie, lasciatele in ammollo per 20 minuti in acqua fredda: perderanno un po’ del loro sapore amaro e saranno più gustose.