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NaturaSì Biodiversità in campo: Non è buono né cattivo, è semplicemente un lupo

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Fabio Dartora, tecnico faunista, ci accompagna in un viaggio alla scoperta di quello che sembra essere l’animale più totemico tra tutti: il lupo.

Da molti anni, Fabio Dartora si occupa del monitoraggio del lupo e della gestione dei conflitti tra grandi carnivori e zootecnia: una tematica molto scottante, che trova riscontri positivi solo attraverso un approccio tecnico e pragmatico. La convivenza tra allevamento e la presenza del lupo è infatti possibile, anche se sicuramente non facile.

Chi è il lupo?

Il lupo è un mammifero carnivoro della famiglia dei canidi, il cui peso varia da 30 a 40 kg circa. Vive in gruppi familiari chiamati branchi, composti solitamente da un maschio e una femmina adulti (denominati Alfa), i cuccioli dell’ultima cucciolata e alcuni individui della cucciolata precedente, denominati “helper”, che aiutano la coppia Alfa nell’allevamento dei cuccioli, nella difesa del territorio da altri lupi e nella caccia. Si accoppierà solo la coppia Alfa mentre, una volta che avranno raggiunto la maturità sessuale, i giovani prenderanno la loro strada cercando nuovi territori dove formare un branco tutto loro.

A caccia di prede

Il lupo ha in pochi anni riconquistato gran parte dell’Italia, seguendo l’aumento delle sue prede: gli ungulati selvatici, ovvero cinghiali, caprioli, cervi e daini. L’abbandono delle montagne, sia delle Alpi che degli Appennini, avvenuto con l’era del benessere dal dopoguerra in poi, ha dato modo alla natura di riconquistare tutte le aree che non era possibile sfruttare con l’agricoltura moderna. Così, mentre le campagne subivano l’impoverimento degli habitat rurali per dare spazio all’agricoltura intensiva, nelle zone montuose la successione ecologica continuava indisturbata la sua strada verso la rinaturalizzazione. Oggi i boschi dominano il paesaggio degli Appennini e delle Alpi là dove l’uomo cercava sostentamento attraverso le risorse disponibili – legna, fieno e pascolo per la zootecnia di sussistenza – gestendo così tutta l’area montuosa. Con l’avanzamento del bosco gli ungulati selvatici prosperano, occupando quel territorio dove un tempo erano stati ridotti a pochi nuclei: hanno fatto così la loro ricomparsa in moltissimi ambienti sempre più vicini agli insediamenti umani.

Rapporto con l’uomo

L’equilibrio della natura trova la sua forza nel maggior numero di specie presenti. Questa biodiversità garantisce un importante servizio ecosistemico che porta benessere indirettamente anche alle persone che lo abitano: quando i più grandi predatori colonizzano un territorio, lo fanno in funzione delle disponibilità alimentari presenti in quel territorio e il loro andamento demografico è direttamente collegato alla disponibilità trofica. È inevitabile che le interazioni tra uomo e lupo si intreccino laddove l’uomo favorisce la presenza delle prede del lupo attraverso l’allevamento zootecnico. Questa risorsa viene letta dal lupo come una opportunità alimentare: è come se vedesse una situazione di esplosione demografica di animali deboli dove intervenire per riportare l’equilibrio. Per questa ragione le tensioni sociali nel settore zootecnico sono accese e danno vita a rabbia e paura nei confronti di quel predatore che da sempre è stato descritto come cattivo e pericoloso. 

La gestione dei conflitti

Nell’era moderna è possibile far fronte a queste difficoltà attraverso mezzi di prevenzione, quali reti elettrificate, cani da guardia e recinzioni fisse per il ricovero notturno degli animali domestici, ma la tecnologia dei nostri tempi sta andando avanti nelle sperimentazioni cercando soluzioni alternative. In questo senso la telemetria satellitare ci permette di conoscere sempre di più la vita dei lupi, così da poter studiare strumenti più efficaci per la convivenza con questo fantastico predatore. Tra gli studi che stiamo conducendo con l’università di Sassari troviamo i virtual fance: dei recinti virtuali che mandano un segnale ad un dissuasore, che a sua volta allontana il lupo dall’allevamento. Oltre a questo, attiviamo i sensori di prossimità, che comunicano con il collare installato al lupo e ci avvisano quando il lupo si avvicina all’azienda zootecnica. Ad oggi questa non è la soluzione ma una sperimentazione, che ci aiuta ad andare nella direzione dell’innovazione e della sostenibilità, per un futuro dove l’uomo viva in simbiosi con la Natura in un unico armonico ecosistema.