Crescita e maturazione sono due processi differenti che interagiscono e sono dipendenti l’uno dall’altro. Appartengono a noi umani e ci migliorano: sono due aspetti di quella vitalità che comprendiamo e sperimentiamo come resilienza e solidità, che addirittura si rafforzano di fronte a sfide e ostruzionismo. Al tema della qualità, come risultato dell’equilibrio di queste due forze, è dedicato un capitolo del libro “Cibo vitale. Nutrire l’uomo per rigenerare la terra”.
Eccone un estratto.
“La polarità tra crescita e differenziazione gioca un ruolo decisivo affinché lo sviluppo di una pianta o di un frutto possa completarsi e dia vita a un prodotto maturo. Ogni pianta ha una strategia propria per portare in equilibrio i due processi. La maturazione avviene quando la fase di crescita è terminata. Questa regola vale anche per le persone: da adulti possiamo ancora “solo” maturare e ciò è importante per esprimere la nostra individualità. A livello fisiologico significa “invecchiare”. Questo termine, però, viene spesso visto negativamente; vorremmo infatti poter mantenere invariata nel tempo la nostra forma fisica, e non vorremmo mai affrontare la comparsa delle rughe e dei capelli bianchi. La maturazione coinvolge le nostre qualità animiche, rendendoci più interessanti e accentuando le nostre caratteristiche individuali. Ecco ancora un esempio di come nel tempo di maturazione si mostri l’individualità: all’inizio dell’estate vediamo le foglie verdi della vite coprire tutto il vigneto. Solo quando inizia la fase di maturazione riconosciamo dai diversi colori le diverse varietà delle foglie. Ogni varietà ha una diversa colorazione delle foglie. Dalla mia esperienza posso confermare che parlare di vitalità può creare molto facilmente confusione. La vitalità è un concetto elastico e può venir impiegato in modo molto diverso dalle persone.
La crescita conduce alla pressione delle cellule e così a un prodotto finale succulento e croccante.
Quando si parla di prodotti vitali si intende, nella maggior parte dei casi, prodotti freschi, che sono cresciuti in modo rigoglioso e abbondante. Se un ortaggio ha tante foglie fresche, grandi e verdi, ci sembra vitale. Una pianta considerata vitale per le sue caratteristiche di crescita non è automaticamente vitale per le sue capacità di difesa dalle malattie o dai parassiti o per quanto riguarda i suoi benefici e il suo utilizzo per l’uomo. Se si punta soprattutto sulla crescita e non vengono considerati i processi di differenziazione, la pianta può crescere anche in modo eccessivamente “vitale” e il profumo, il calore, il sapore e la forma ne vengono influenzati negativamente. Il secondo significato di vitalità è quindi da intendersi come il migliore equilibrio possibile tra i processi di crescita e di differenziazione, in armonia con l’identità della pianta. Questo è il caso delle piante che hanno avuto il tempo sufficiente per svilupparsi. Quindi, per crescere e differenziarsi. Croccanti e succose, ma anche piene delle forze necessarie per difendersi dalle malattie e dai pesticidi, dotate di aroma e anche di sostanze che mantengono le persone in salute.”