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Il cambiamento, uno sforzo condiviso

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Da consulente legale a Milano a cooperante in Congo:  Guglielmo Rapino ci ha raccontato la sua storia di cambiamento tra sostenibilità ambientale ed equità sociale.

Guglielmo, dove ti trovi in questo momento? 

Sono negli uffici di AMKA (associazione italo congolese che lavora per un miglioramento reale delle condizioni di vita nel sud del mondo, ndr) a Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo, appena tornato da Kolwezi, una delle città con il più alto tasso di sfruttamento minorile in ambito minerario al mondo. Dalla finestra vedo un gran tran tran di persone e abiti colorati. Di tanto in tanto qualche bambino di strada: si riconoscono dai piedi perennemente nudi e dalla scatoletta ripiena di creme per lustrare le scarpe, con cui si guadagnano due spicci per sopravvivere alla giornata. La situazione qui in Congo è estremamente complessa, una storia coloniale ancora attuale e una miseria dilagante segnano il ritmo di un paese dove i diritti basilari sono quotidianamente calpestati. Con AMKA lavoriamo per tentare di portare diritti e dignità dove se ne avverte di più l’urgenza. 

La tua è una storia di cambiamento: cosa ti ha spinto a trasformare la tua vita? 

Lavoravo in uno studio legale internazionale a Milano, con cravatta e stipendio sicuro a fine mese. Una situazione comoda che non appagava per nulla la mia curiosità verso le vite più fragili e quella esigenza che in fondo abbiamo un po’ tutti di essere parte di un cambiamento più grande di noi. Ricordo che tamponavo questa esigenza facendo volontariato con migranti e senza-dimora ogniqualvolta mi fosse possibile. Ho deciso di far diventare questa propensione un’occupazione a tempo pieno, anteponendo l’urgenza di essere utile al prossimo (e a me stesso) alla  sicurezza di un lavoro ben retribuito. Sono stato volontario residente in una casa di accoglienza in Italia, poi operatore sociale in Bolivia. Oggi mi trovo in Congo e gestisco progetti in ambito educativo, sanitario e nutrizionale in un’area che conta 35 villaggi. Tutto quello che ho fatto è avvicinare le attività della giornata alla spinta interiore che avvertivo già cinque anni fa tra le luci al neon dello studio legale. Quella non è cambiata minimamente: ho solo imparato ad assecondarla. 

Chi sono i tuoi compagni di viaggio?

Sono tanti. In primis le persone che beneficiano o hanno beneficiato dei nostri progetti; decine e decine di bambini e donne, uomini e anziani, capaci di lasciare un’impronta anche solo un colore nuovo nel mio percorso. Poi ci sono volontari e professioniste, soprattutto sotto i trentacinque anni, che hanno condiviso e continuano a condividere con passione e competenza l’impegno quotidiano nei progetti. In tempi in cui si parla sempre più frequentemente di “bamboccioni”, conoscere così tante persone giovani sparse su tre continenti capaci di lasciare certezze e strade già battute per farsi prossime dove ce n’è più bisogno è una vera ventata di freschezza.

Quali progetti state portando avanti in Congo? 

Nella RD Congo AMKA opera da circa vent’anni in un'area rurale estremamente complessa chiamata Mabaya, situata a una ventina di km da Lubumbashi, la seconda città più grande del paese. Nonostante l’estrema ricchezza di minerali dell’area, la popolazione vive in uno stato di profonda fragilità, con tassi di malnutrizione acuta che si aggirano sul 20% tra i bambini 0-5 anni e livelli di analfabetismo che, soprattutto tra le donne, raggiungono anche il 40%. Operiamo con progetti di sviluppo integrato, lavorando con un personale interamente locale, nei settori cruciali per un cambiamento sostenibile: istruzione, salute, nutrizione e sostegno alle attività produttive. Nello specifico supportiamo quattro scuole, due centri di salute e un progetto di lotta alla malnutrizione che coinvolge  18 villaggi e circa 120 famiglie, sia con attività di sostegno nutrizionale che di microcredito agricolo, per un totale di circa 9.000 beneficiari. Tutto questo lavoro è sostenuto anche da quello di decine di volontari e volontarie che dall’Italia ci raggiungono ogni anno in Congo.

La sostenibilità ambientale non può prescindere da equità, impegno sociale, lotta alla povertà… perché questi aspetti sono così legati tra loro? 

Perché sono tutte conseguenze di uno stesso sistema di sfruttamento che ha perso il contatto con la realtà naturale delle cose, anteponendo l’astrazione del profitto all’esigenza ancestrale di rispettare il ciclo biologico e umano del mondo che abitiamo. Un sistema economico che mette al centro la sostenibilità ambientale è un sistema che custodisce la natura e il capitale umano che prende parte al ciclo di produzione. Questo significa salari adeguati, ritmi di produzione più lenti, il rispetto della personalità e dei diritti di chi lavora e il rispetto della biodiversità in ogni processo. Non si può immaginare una sostenibilità ambientale senza ognuno di questi tasselli. Qui in Congo, nelle miniere europee, nei campi di grano espropriati ai piccoli agricoltori, nei fiumi inquinati dagli scarichi industriali, si vive quotidianamente il senso di questa lotta  che ci coinvolge tutti e tutte. È importante sentirne il peso e l’urgenza prima che la deriva diventi irreversibile.

AMKA è attiva anche in altre parti del mondo?

Dal 2001 AMKA opera nella Repubblica Democratica del Congo e dal 2009 in Guatemala, in particolare nella regione del Petèn, con vari progetti di riforestazione e sostegno alle comunità di caficultores locali. I progetti in Congo  e Guatemala sono diversi ma accomunati dalla stessa esigenza di sostenere le comunità più fragili guardando i problemi dal loro stesso punto di vista. L’obiettivo di AMKA non è fornire servizi, ma strumenti da utilizzare per vivere una reale indipendenza materiale e sociale. È questa la visione dietro alla sostenibilità dei progetti.

Chi volesse supportarvi, come può farlo? 

In tanti modi! È possibile supportare i progetti con una donazione su www.amka.it. Abbiamo lanciato anche una campagna di adozioni a distanza in ambito nutrizionale tramite la quale puntiamo a sostenere le attività di supporto nutrizionale per altri 120 bambini tra 0 e 5 anni nell’ambito dei nostri programmi in Congo. Oltre al sostegno economico, uno strumento di supporto che amiamo è l’impegno personale: AMKA organizza corsi di formazione e periodi di volontariato sul campo ogni anno per persone di ogni età, con progettualità verticali sulle competenze di ogni persona. Questo è uno splendido modo per essere parte di un cambiamento che ci coinvolge tutti. Più info sono disponibili sul sito web di AMKA o sui canali social dell’associazione.

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