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Il Fondo Alto Borago

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Grazie a cittadini e associazioni del territorio, un progetto  per salvaguardare un angolo di paradiso: Fabio Dartora e Serena Giuliari ci raccontano il Progetto Fondo Alto Borago.

Trentotto ettari all’interno del sito Rete Natura 2000  “Vajo Galina e Progno Borago”, alle porte di Verona:  è il Fondo Alto Borago, area caratterizzata da diversi ambienti: un bosco di querce e carpini, intervallato da piccoli lembi di prati aridi nella parte più alta ed esposta al sole, che si interrompono in corrispondenza delle pareti rocciose verticali dirette al fondo dei vaj (così sono definiti nel veronese i canaloni profondi scavati dall’acqua), dove si trovano ambienti umidi di forra.

Esperti e cittadini 

Il progetto prevede lo studio dal punto di vista naturalistico di tutta l’area protetta che ricade nella rete europea, aggiornando i dati relativi agli habitat, alla flora, alla fauna e alla geologia dei luoghi, individuandone lo stato di salute e fornendo indicazioni per la loro salvaguardia. Tutto questo grazie anche al coinvolgimento di esperti nel settore: botanici, faunisti e geologi accanto ad amministrazioni pubbliche come comuni, musei civici e università. Alla ricerca scientifica sul campo si affianca l’attività di Citizen Science, con la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni nel monitoraggio di flora e fauna. Il progetto prevede anche lo studio degli aspetti umanistici dell’area: ricerche sulla preistoria, sulla storia e sulla letteratura del luogo verranno condotte dall’Università di Verona, attraverso il dipartimento Culture e Civiltà per la parte storica, letteraria e antropologica, nonché il dipartimento di Informatica per la rielaborazione dei dati.

Ripristino e valorizzazione del territorio

L’intera fase di studio sarà accompagnata da uscite sul territorio ad opera di guide ambientali e da un programma di attività didattiche rivolte alle scuole dei comuni interessati. Le aziende agricole sono coinvolte nei pacchetti di turismo esperienziale in collaborazione con tour operator di turismo responsabile. Non mancano interventi puntuali di ripristino e valorizzazione di elementi già presenti: la sistemazione dei lavatoi di Montecchio, punto di ritrovo delle donne nei tempi passati; la realizzazione di un percorso accessibile anche alle persone portatrici di disabilità; la sistemazione di una scala metallica che, scendendo da uno scenografico dirupo, consente l’accesso al fondo del vajo Borago e, infine, la realizzazione della cartellonistica con informazioni sull’area protetta e indicazione dei sentieri.

I partner del progetto 

NaturaSì supporta questo progetto che collega le persone a valori ambientali paesaggistici e culturali, nel quale l’agricoltura diventa la chiave per la valorizzazione del territorio e la diversificazione ambientale: una ricchezza per la biodiversità, che è il segreto del benessere di un territorio e delle persone che lo abitano. Oltre a NaturaSì, i partner del progetto sono il Comune di Verona, il Comune di Negrar, la fondazione ARCA, il WWF, Verona birdwatching, il CAI sezione di Verona, biosphaera e Giros (Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Selvatiche).

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