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La Responsabilità di NaturaSì parte dalla terra 

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Dall’impegno per la comunità fino alla lotta allo spreco, passando per la salvaguardia di biodiversità e fertilità: ecco alcuni degli ambiti che ci hanno visti maggiormente impegnati nel 2022. 

Fertilità e vitalità della terra, cambiamenti climatici ed emissioni, lotta allo spreco, impegno sociale e salvaguardia della biodiversità partendo da un fondamentale presupposto: l’agricoltura biologica e biodinamica. Questi, in sintesi, alcuni degli ambiti  sui quali abbiamo concentrato i nostri sforzi nei primi sei mesi dell’anno, conseguendo i risultati concreti  e tangibili che vi raccontiamo qui. 

Fertilità e vitalità della terra 

Promuovere fertilità e vitalità del suolo, supportando le aziende agricole affinché siano economicamente sostenibili. Le 300 aziende agricole che fanno parte dell’ecosistema di NaturaSì adottano pratiche che non si limitano alla gestione agronomica, ma riguardano ogni ambito del loro lavoro. Tra queste, l’adozione di tecniche di aumento della fertilità del suolo, volte anche a minimizzare i rischi dovuti alle caratteristiche del territorio e quelli connessi al cambiamento climatico, fino a pratiche focalizzate sulla salvaguardia della biodiversità, sia di specie animali e vegetali, e al rispetto del lavoro dell’uomo. Per fare ciò, la collaborazione con le aziende non si limita a una partnership, ma si trasforma in autentica relazione che significa, da un lato, affiancamento tecnico da parte degli agronomi, per rendere più efficiente la produzione e aumentare la fertilità del suolo, sia in fase di semina che di produzione; dall’altra, invece, vuol dire anche ricerca di una sostenibilità economica che permetta all’azienda agricola di operare in modo virtuoso. Fondamentale in tal senso la pianificazione delle produzioni grazie alla quale l’agricoltore potrà avere la garanzia che il prodotto verrà effettivamente acquistato da NaturaSì. 

Cambiamenti climatici ed emissioni 

Agricoltura biologica e biodinamica significa anche contribuire alla riduzione delle emissioni e dell’impatto su suolo, acqua e clima, come testimonia lo studio condotto da Soil and More, organizzazione tedesca da anni impegnata nella determinazione degli impatti dell’agricoltura su ambiente e salute, che ha condotto uno studio su alcune aziende dell’ecosistema di NaturaSì. In particolare, nell’azienda agricola biodinamica San Michele di Cortellazzo (Venezia) si è calcolato che la quantità di carbonio contenuta in un ettaro di terreno è aumentata mediamente di 2,2 tonnellate in un solo anno, dal 2019 al 2020; la CO2 che viene sottratta dall’atmosfera e incorporata nel suolo supera complessivamente le 8 tonnellate l’anno per ognuno degli ettari coltivati. “Un risultato eccezionale – spiega Fausto Jori, Amministratore Delegato di NaturaSì – un indicatore di quello che si potrebbe fare, in termini di contrasto alla crisi climatica, convertendo le pratiche agricole basate sull’agricoltura di tipo industriale e sulla chimica di sintesi, verso un’agricoltura maggiormente rispettosa dell’ambiente e delle persone”.

Lotta allo spreco 

Altro tema centrale, quando si parla di cambiamento climatico, è lo spreco alimentare, fenomeno che – oltre alle implicazioni etiche con 820 milioni di persone che soffrono la fame ogni giorno e il valore dello spreco alimentare che raggiunge 1,2 trilioni di dollari all’anno – determina un autentico “effetto domino”, poiché significa sprecare tutte quelle risorse (acqua, energia, terra... ) che sono state impiegate per produrlo, lavorarlo e portarlo fino alla nostra tavola. Gli scarti alimentari, inoltre, che si accumulano nelle discariche, producono gas, incrementando l’effetto serra che affligge il nostro pianeta, con importanti ripercussioni sui cambiamenti climatici in atto. Va proprio verso la riduzione dello spreco alimentare l’alleanza di NaturaSì con Too Good To Go, app che ha dato vita a un vero e proprio movimento antispreco. Sono 172 i negozi NaturaSì che mettono in vendita le magic box, contenenti prodotti in scadenza ma troppo buoni per essere buttati: nel 2022 ne sono state vendute 50.148 con 145.350 Kg di Co2 risparmiati.

NaturaSì, inoltre, aderisce alla campagna Etichetta Consapevole: sono ormai oltre 70 i prodotti a marchio, dalla pasta ai biscotti, passando per passata e gallette, contraddistinti dall’indicazione Spesso Buono Oltre. Un invito a osservare più attentamente le etichette e in particolare il Termine minimo di conservazione (TMC) spesso confuso con la data di “scadenza”: si trova infatti su prodotti non facilmente deperibili che riportano la formula “da consumarsi preferibilmente entro il”, come invito a osservarli, annusarli e assaggiarli prima di gettarli. Una pratica consapevole alla portata di tutti che permette a ciascuno di fare la propria parte per combattere un fenomeno con conseguenze dal punto  di vista ambientale, sociale ed economico. 

Agricoltura e impegno sociale 

L’attenzione per l’ambiente non può prescindere da quella per le persone, a maggior ragione quando si parla di Paesi svantaggiati nei quali l’esportazione di materie prime non può prescindere da forme di sostegno delle comunità locali. È quello che accade in Perù con il progetto Peadfas, che NaturaSì sostiene grazie al contributo di Apbosmam, storico fornitore di banane, che fa parte del progetto Le Terre di Ecor. Versando un sovrapprezzo destinato a diverse opere di miglioramento, come l’acquisto di banchi per la scuola, la posa delle finestre nelle aule scolastiche, la piantumazione di alberi e siepi, la realizzazione di orti biodinamici, NaturaSì insieme ai suoi partner sostiene due scuole della regione di Piura, garantendo così un’istruzione adeguata ai figli dei lavoratori e permettendo loro di accedere anche agli studi universitari e di diventare, così, protagonisti di un sistema che porterà anche migliori risultati economici. Anche la collaborazione con C.I. La Samaria, altro produttore di banane con piantagioni situate ai piedi della Sierra Nevada di Santa Marta, in Colombia, è il frutto di un progetto che – negli anni – si è trasformato in un vero motore di sviluppo rurale, al punto da migliorare non solo le condizioni dei lavoratori direttamente coinvolti nella produzione, bensì di interi villaggi del Magdalena e della Guajira. Oltre all’impegno di tipo sociale, queste realtà si caratterizzano anche per l’adozione di sistemi di coltivazione biologica e biodinamica orientati al recupero della biodiversità  del banano.

La salvaguardia della biodiversità 

Tra i capisaldi di NaturaSì, un’agricoltura capace di tutelare e ripristinare la biodiversità. Per fare questo, ci siamo dati come obiettivo quello di aumentare, all’interno delle aziende agricole che fanno parte del nostro ecosistema, la superficie destinata a incremento e salvaguardia di questa fondamentale risorsa. Attualmente si stima che – all’interno dei 32.000 ettari della 300 aziende agricole fornitrici di NaturaSì – ben il 19% della superficie sia ricoperto da area di natura. Se unissimo tutte le siepi che attraversano e delimitano i campi, copriremmo ben 670 chilometri, ovvero la distanza tra Roma e Trieste. 

Inoltre, il 50% di queste aziende dedica spazio specificamente alle aree umide e il 29% ha al suo interno o ai suoi confini un’area protetta, l’83% garantisce la presenza di diversi habitat e il 26% ospita specie rare o in declino (animali e vegetali).

Attraverso la promozione di pratiche quali la rotazione delle colture, la riscoperta di sementi antiche e lo sviluppo di aree dedicate a flora e fauna locali, le aziende agricole si trasformano in autentiche oasi di biodiversità sia per quanto riguarda le coltivazioni – ben diversificate, con molteplici varietà di frutti, orticole e seminativi legate al territorio – che per le specie animali autoctone che trovano nell’ambiente agricolo il loro habitat.

Biodiversità in campo alla San Michele

All’interno dell’Azienda Agricola San Michele di Cortellazzo (Ve), un monitoraggio condotto da professionisti, che dura da oltre 5 anni, ha evidenziato la presenza di falchi di palude, aironi rossi, barbagianni e numerose specie di pipistrelli inclusi nella lista rossa delle specie a rischio. Le coltivazioni orticole e seminative dell’azienda sono contornate da aree rinaturalizzate con siepi, boschi, laghetti, canali: la superficie dedicata alla biodiversità è il 20% della superficie agricola utilizzabile. L’azienda – hanno calcolato i faunisti – ospita in particolare:  

  • 71 specie di uccelli

  • 15 specie di mammiferi terrestri

  • 10 specie di pipistrelli

  • 5 specie di rettili

  • 3 specie di anfibi

  • 72 specie botaniche