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La vitalità dell’acqua: come coglierla e apprezzarla

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La qualità dell’acqua, intesa non solo come purezza microbiologica e chimica, ma anche come qualità vitale: vi raccontiamo il lavoro intrapreso in questo ambito da VitaLab, il laboratorio di ricerca di NaturaSì.

Il poeta e filosofo tedesco Novalis (1772-1801) definì l’acqua – elemento indispensabile, mediatore e sostenitore della vita – il Caos sensibile, il “portatore di ogni configurazione vivente, non ancora determinato, in ogni momento determinabile da fuori”. E così Theodor Schwenk (1910-1986), ingegnere idrodinamico, che ha dedicato la vita allo studio dei fluidi e in particolare dell’acqua, intitolò il suo testo più famoso1, nel quale ci parla dell’acqua come del “medium impressionabile, così sensibile da percepire non solo i cambiamenti grossolani dell’ambiente, ma anche i cambiamenti sottili, imponderabili, della vasta periferia planetaria” e descrivendo così come essa, nel suo continuo e multiforme movimento, come onde, gorghi, vortici, diventi sensibile alle forze della Natura, necessarie per i processi vitali.

Vitalità e movimento

Il movimento è l’elemento fondamentale in grado di rigenerare l’acqua e far sì che essa possa manifestare quelle forze, imponderabili, delle quali possiamo poi beneficiare bevendola. Le sensazioni di freschezza, rinvigorimento che ci evoca l’acqua di montagna che sgorga direttamente da un ruscello dove scorre fresca e vorticosa, difficilmente le ritroviamo con l’acqua che arriva dal rubinetto di casa. Possiamo quindi studiare l’acqua con un approccio più rispettoso, che la consideri in tutte le sue caratteristiche, non solo quelle chimico-fisiche: un organismo vivo la cui vitalità è necessariamente connessa al movimento.

L’acqua non dovrebbe essere considerata come un elemento di natura minerale che in quanto tale siamo portati a considerare privo di vita; piuttosto dovremmo esercitarci a percepirla quale manifestazione più eloquente della vita. Questa vitalità è visibile nell’impeto di una cascata, nella forza centripeta di un vortice o nel flusso dinamico di un torrente, ma non viene spontaneo cogliere la relazione del movimento con questa sua qualità imprescindibile. Nel suo movimento si possono intravedere le leggi formatrici proprie dell’acqua, che poi continuano a informare e modellare tutti quegli organismi che beneficiano della sua presenza, dal minerale al vegetale all’animale, finanche all’uomo.

Cogliere la qualità dell’acqua attraverso il suo movimento

Il compito che noi del laboratorio VitaLab cerchiamo di portare avanti è quello di acquisire una capacità di osservazione da applicare alla valutazione della qualità vitale di suoli e alimenti. Per far questo abbiamo instaurato diverse collaborazioni con altri istituti di ricerca e, fra questi, l’Istituto per le Scienze del Flusso che ha sede a Herrischried, nel cuore della Foresta Nera, fondato proprio da Theodor Schwenk, negli anni ’60 del secolo scorso, che ha un’esperienza pluridecennale proprio nello studio della vitalità dell’acqua. Questa collaborazione ci ha permesso di avvicinarci all’osservazione di un elemento complesso e affascinante come l’acqua e di arricchire la nostra esperienza.

Il metodo Tropfbild

L’Istituto per le Scienze del Flusso utilizza un metodo ideato dallo stesso Schwenk, il metodo Tropfbild, che letteralmente significa “metodo delle immagini delle gocce”. È un approccio ideato per mostrare e valutare le qualità più sottili dell’acqua, espresse dalle sue dinamiche di movimento, che trasforma in immagini l’attività formativa e rinnovatrice dell’acqua. Attraverso questa metodologia, che consiste nell’osservare i movimenti suscitati dalla caduta di una serie di gocce di acqua distillata nell’acqua che vogliamo analizzare, si possono raccogliere informazioni in merito alla sua qualità. La caduta di ogni goccia provoca un movimento dell’acqua in esame, che verrà inglobato nel movimento creato dalla caduta della goccia successiva. L’evoluzione dinamica del movimento viene fissata in fotografie scattate in sequenza a intervalli regolari. Si tratta quindi di un processo che via via può farsi sempre più complesso, a seconda della vitalità dell’acqua che stiamo osservando, perché la particolare mobilità di ogni tipo di acqua porta a immagini diverse. In questo modo si può apprezzare come un’acqua pura di sorgente si esprima con un movimento continuo, creando una molteplicità di forme che si evolvono l’una nell’altra, quasi a richiamare una sinfonia visiva. Un’acqua inquinata o contaminata, o sottoposta a certi trattamenti, può mostrarsi resistente al movimento e tendere a sviluppare forme rigide, chiuse, oppure, come nel caso di alcune acque in PET2, mostrare un’eccessiva formazione di vortici, tutti segni di contaminazioni da sostanze estranee all’acqua.

Continueremo la collaborazione con l’Istituto per le Scienze del Flusso nel lavoro di studio e di analisi dell’acqua e della sua vitalità. Vi terremo aggiornati!

Bibliografia

1. T. Schwenk, Il Caos sensibile, Edizioni Arcobaleno, Milano, 2012.

2. M. Jacobi et al., Mineral water quality. Glass or PET bottles: a quality comparison using three methods, Science Group of the Anthroposophical Society in Great Britain - Newsletter September 2012.

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