PODCAST LABORATORIO 2050 - PUNTATA 56

Il Mediterraneo che scotta

Una puntata di attualità energetica, con le ricerche e le riflessioni della giovane ambientalista e attivista politica Erica Soana, autrice del paper "Il Mediterraneo che scotta".

Erica Soana

“Oggi si parla molto di cambiamento climatico, ma sarebbe più corretto parlare di emergenza climatica ed emergenza ambientale. È necessario cambiare completamente rotta nella scelta delle fonti di energia”.

“Il Mar Mediterraneo scotta non solo per il cambiamento climatico e il surriscaldamento ambientale che ne stanno facendo aumentare la temperatura. Scotta anche perché tra il 2009 e il 2015 sono stati scoperti vari giacimenti di gas (tra cui Tamar, Leviatano, Afrodite, Zohr) che hanno portato a grandi tensioni nell’area. È una situazione molto calda, che coinvolge anche sfruttamento di popolazioni e sfruttamento ambientale”.

“Ciascuno dei paesi costieri ha una propria zona economica esclusiva, un’area di mare che si estende dalla costa fino a un massimo di 200 miglia, altrimenti detta ZEE. Naturalmente se due stati sono particolarmente vicini tra loro, allora si riducono le 200 miglia e si stabilisce un confine nel mare. All’interno della propria ZEE, ciascuno stato costiero ha diritti sovrani per esplorazione e gestione delle risorse naturali, per la loro estrazione e per il controllo di eventuali gasdotti”.

“Il forte aumento dei costi del gas non è dettato solo dalla guerra iniziata a febbraio 2022 in Ucraina. È partito molto prima. Già tra gennaio e dicembre 2021 i costi della materia prima hanno registrato notevoli aumenti. L’inverno è stato più freddo e più lungo del solito, l’estate è stata più calda, lunga e siccitosa delle precedenti. Tutto questo ha comportato inevitabilmente un aumento della domanda di energia ed un conseguente innalzamento dei costi”.

“Studiando l’argomento, mi sono resa conto di quanto il gas non sia soltanto una questione ambientale, ma anche una questione sociale enorme. Secondo me dobbiamo essere decisamente più coraggiosi, abbandonare le fonti fossili (dal carbone fino al gas) e cercare di spingere il più possibile su altre energie. Mi auguro che questo momento storico ci renda più consapevoli e diventi un’opportunità per il passaggio a fonti rinnovabili e all’idrogeno verde”.

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Laboratorio 2050 il lato giovane di #NaturaSì: uno spazio ideale, aperto a tutti, dove condividere pensieri e raccogliere idee per sviluppare nuove soluzioni, in chiave partecipativa, che rendano il nostro Pianeta più sostenibile entro il 2050.