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Possiamo davvero gettare il cibo?

Spreco-cibo

Cosa succede alle cose quando si rompono? Vengono gettate via perché non si possono aggiustare oppure non si ha il tempo – né la voglia – di farlo. Chi rammenda ancora le calze quando si bucano sugli alluci? È vero, i pantaloni della scorsa stagione non sono strappati, ma restano inutilizzati sul fondo dell’armadio perché non vanno più di moda. E tutto ciò che non usiamo diventa una zavorra della quale non vediamo l’ora di sbarazzarci.

Da un lato, questo è comprensibile, ma nel contempo è uno spreco di risorse preziose. Le montagne di spazzatura sono sempre più alte mentre l’ambiente, l'aria e l'acqua sono sempre più inquinati. In questa situazione, una speranza arriva da tutti quei servizi di riparazione o upcycling, in cui nuovi prodotti rinascono dai vecchi. L’economia circolare si fonda proprio sul fatto di non produrre nessun rifiuto, o quasi, affidandosi a cicli produttivi ed energetici improntati alla sostenibilità. Per ridurre gli sprechi, però, nulla è più efficace di un comportamento consapevole da parte dei consumatori.

Certo, liberarsi di ciò che non usiamo, può essere liberatorio. Chi non lo sa che fare ordine fa bene?! In un ufficio ordinato c’è una bella atmosfera e questo ci lascia senza dubbio delle sensazioni positive. Le pile di documenti sono sotto controllo e non sono loro a controllare noi.

Fin qui tutto bene. Ma questo vale anche per il cibo? È liberatorio gettare la frutta acquistata appena qualche giorno fa perché nel frattempo è diventata morbida?! O quando buttiamo la pasta avanzata nel cestino? Smistare i cetrioli storti nel commercio serve a fare ordine? Il cibo può essere considerato al pari di inutile spazzatura?!

Soprattutto se consideriamo che, in tutto il mondo, ogni anno vengono buttati via più di 930 milioni di tonnellate di cibo e che sono circa 830 milioni le persone che muoiono di fame contemporaneamente (UNEP Food Waste Index Report 2021), lo spreco alimentare diventa davvero difficile da giustificare.

Il 17% di tutto il cibo prodotto finisce nella spazzatura e la maggior parte (61%) proviene dalle nostre abitazioni. Si tratta di alimenti che potrebbero ancora essere consumati, ma che si gettano perché si è acquistato troppo, è passata la data di scadenza oppure perché gli avanzi di cibo non vengono riutilizzati. Tutto questo potrebbe risolversi se acquistassimo il cibo in base alle nostre effettive necessità. O ancora se sperimentassimo ricette preparate con gli avanzi se lo osservassimo, assaggiandolo e annusandolo prima di gettarlo.

La produzione di cibo si trova ad affrontare circostanze sempre più difficili: sperimentiamo condizioni climatiche sempre più estreme con estati troppo calde e secche, o con violente inondazioni, che anche quest’anno sono state particolarmente aggressive in alcune aree, con raccolti di verdure e cereali travolti dall’acqua. Inoltre, con l'aumento generalizzato dei costi, è difficile ottenere prodotti economici: il cibo è un bene sempre più prezioso e non gettarlo dovrebbe diventare ancora più importante.