Il 5 febbraio è la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare: un’occasione in più per riflettere non solo sullo spreco di cibo, ma anche delle risorse necessarie per la sua coltivazione, produzione e lavorazione. Perché le mille facce dello spreco alimentare hanno a che vedere (anche) con il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico è l’altra faccia dello spreco alimentare. Quando parliamo di spreco alimentare, infatti, non abbiamo a che vedere solo con una problematica di carattere etico, legata alle disuguaglianze nella distribuzione delle risorse e dell’accesso al cibo, ma a una criticità che produce effetti a cascata: tra questi, appunto, il cambiamento climatico.
Gettare il cibo significa infatti anche sprecare le risorse utilizzate per la sua produzione.
I dati diffusi da Too Good To Go parlano chiaro:
Sono 2,5 i miliardi di tonnellate di cibo che nel mondo viene sprecato ogni anno
Il 40% della produzione mondiale di cibo viene sprecato
Il 10% delle emissioni di gas serra a livello globale può essere attribuito agli sprechi alimentari.
Ciò significa che, contro il cambiamento climatico, tutti noi possiamo fare la differenza semplicemente riducendo gli sprechi nelle nostre case. Iniziando da quelli alimentari: per citare sempre i dati di Too Good To Go, infatti, il 53% degli sprechi alimentari, in Europa, avviene a livello domestico. Piccoli accorgimenti, dalla corretta conservazione degli alimenti fino a un’attenta lettura delle etichette, passando per una maggiore consapevolezza al momento di fare la spesa, sia per quanto riguarda i quantitativi da acquistare che gli standard estetici quando si parla di frutta e verdura, ci permettono di dare il nostro contributo attraverso le semplici azioni di ogni giorno, come fare la spesa e cucinare.
Una buona spesa inizia da una buona lista: verificare cos’abbiamo in frigorifero e nella dispensa, e cosa invece manca, ci permetterà di acquistare solo quello che è effettivamente necessario. Tenere sotto controllo la freschezza di frutta e verdura, ma anche la disposizione dei prodotti in frigorifero – in base alle loro caratteristiche – ci permette di migliorarne la conservazione. Un buon metodo può anche essere quello di ordinare i prodotti in base alla data di scadenza, così da dare priorità a quelli che scadono prima, evitando che vadano gettati. A questo proposito, è bene anche distinguere tra la data di scadenza (da consumare entro) e il termine minimo di conservazione (da consumare preferibilmente entro): quest’ultimo, infatti, contraddistingue quei prodotti che – se ben conservati – sono buoni anche dopo la data indicata. È il caso, per esempio, dei prodotti contraddistinti dalla dicitura Spesso Buono Oltre, nata dalla collaborazione con Too Good To Go proprio per ribadire l’importanza di un’attenta lettura delle etichette. Presente su oltre 100 prodotti a marchio NaturaSì - dal riso alla pasta, dai succhi alle farine passando per legumi e composte - è un invito a osservarli, annusarli e assaggiarli prima di gettarli.
La cucina, nelle sue molteplici sfaccettature, ci permette di reinventare i cosiddetti scarti… che molto spesso non sono da scartare. Riutilizzare le parti generalmente considerate meno nobili di frutta e verdura, utilizzare gli avanzi rimasti in frigorifero o nella dispensa, ci permetterà di sperimentare una cucina creativa, gustosa e sostenibile. Ma sono tanti gli accorgimenti che possiamo mettere in atto nella nostra vita di ogni giorno: buone pratiche quotidiane alla portata di tutti. Qualche esempio?
Rispettiamo la stagionalità di frutta e verdura, scegliendola anche se non rispetta gli standard estetici, e contribuiamo alla salvaguardia della biodiversità di ciascun territorio.
Scegliamo prodotti da agricoltura biologica e bio-dinamica che contribuiscono alla riduzione delle emissioni e dell’impatto su suolo, acqua e clima.
Sostituiamo la plastica con materiali riutilizzabili, riducendo gli utensili usa e getta, in cucina come in bagno fino al tempo trascorso fuori casa.
Se pranziamo fuori, chiediamo di portare via quello che non abbiamo consumato: eviteremo che vada gettato e avremo già pronto il pasto successivo.
Prendiamoci cura del territorio circostante preservandone la biodiversità e rispettando la flora e la fauna del luogo.
L’acqua è un bene comune: limitiamone lo spreco evitando di far scorrere inutilmente quella del rubinetto e riutilizziamo per annaffiare le pian-te l’acqua impiegata per lavare frutta e verdura.
Quando possibile, usiamo la bicicletta – o i mezzi di trasporto pubblici – per i nostri spostamenti: sarà anche un modo per riscoprire il territorio.
Tra le iniziative di NaturaSì in collaborazione con Too Good To Go che potete trovare nei negozi NaturaSì aderenti anche la vendita di Magic Box: box a sorpresa che contengono prodotti vicini alla scadenza, ma ancora troppo buoni per essere buttati. A oggi sono 50.148 le Magic Box salvate da 172 store che corrispondono a 145.350 Kg di CO2 risparmiati.
Gettare il cibo significa anche sprecare le risorse utilizzate nella sua produzione:
40% di tutta la produzione mondiale di cibo viene sprecata
53% di tutti gli sprechi alimentari in Europa si verifica a livello domestico
10% delle emissioni di gas effetto serra a livello globale può essere attribuito agli sprechi alimentari
2,5 miliardi di tonnellate è il peso stimato degli sprechi alimentari nel mondo contro il cambiamento climatico tutti possiamo fare la differenza.
Bibliografia
40% di tutta la produzione mondiale di cibo viene sprecata “Global food losses and waste”, FAO, 2011
53% di tutti gli sprechi alimentari in Europa si verifica a livello domestico “Estimates of European food waste levels”, EU Fusions, 2016
10% delle emissioni di gas effetto serra a livello globale può essere attribuito agli sprechi alimentari “Driven to waste”, WWF, 2021
2,5 miliardi di tonnellate è il peso stimato degli sprechi alimentari nel mondo contro il cambiamento climatico tutti possiamo fare la differenza. “Driven to waste”, WWF, 2021